Alla fine dell’estate 2020 Confindustria Bergamo ha dato vita ad un’iniziativa di “ascolto” di un gruppo di imprenditori nella fase post prima ondata di Covid.
Gli interessanti risultati del lavoro svolto si possono leggere nel rapporto “Bergamo, il Covid, le Imprese, gli Imprenditori”, realizzato in collaborazione con Polifactory – Fondazione Politecnico di Milano.
Nella discussione sul rapporto sono emerse alcune considerazioni che mi sembrano degne di nota. La prima riguarda la capacità del mondo imprenditoriale di guardare ad alcuni aspetti immateriali della vita sociale. Anche la benemerita “concretezza”, l’analisi quantitativa, i numeri, non sono sufficienti per la vita delle imprese se non si crea un giusto spirito di identità e partecipazione alla vita di tutti. Nelle risposte raccolte l’attenzione alle persone è senza dubbio il tratto più sottolineato dalla situazione di crisi dovuta alla pandemia.
Il secondo elemento riguarda il termine “resilienza” che viene diffusamente utilizzato come resistenza , la capacità di non spezzarsi, l’abilità ad adattarsi alle situazioni. In realtà per molti ingegneri e tecnici è la capacità di riacquistare la propria forma dopo aver subito un trauma, uno schiacciamento , uno stiramento.
In questa fase, estate 2021, le imprese tentano di ritornare per buona parte alla normalità. Quindi la resilienza è alta nel senso ingegneristico, ma una parte che qualcuno ha definito “plastica” ( termine non di moda ma che dà l’idea della deformazione parziale) segna la discontinuità.
Non si eliminano tutte le attività in lavoro a distanza, ma qualcosa rimane. Non si eliminano tutti i seminari via web, ma alcune presenze senza necessità di relazione ma solo di ascolto saranno sempre così. Prodotti per nuove esigenze e sensibilità trovano più spazio nelle strategie aziendali. L’attenzione per le persone che lavorano in azienda è sicuramente maggiore rispetto ai periodi precedenti alla pandemia. Infine è evidente l’accelerazione della digitalizzazione e dell’attenzione ambientale in tutte le società colpite dal Covid.
Soprattutto però permane come elemento di “deformazione” e non di ripristino della normalità la discontinuità delle supply chain o delle filiere produttive, con crescita pazzesca del costo delle materie prime per molti settori e difficoltà e limitazioni sul trasporto merci. Non è facile prevedere che impatto possa avere questo ultimo aspetto sulle cosiddette curve a U, U/L, V o v come gli economisti industriali descrivono la ripresa per i diversi settori. Tutti peraltro veramente colpiti in modo diverso, con particolare riferimento in negativo a quelli dipendenti dal contatto o dall’ interazione tra le persone o come l’industria della mobilità aerea o del turismo.
La cosa importante è mantenere comunque la capacità di alzare lo sguardo e individuare ed esplorare percorsi come è stato fatto con questo pregevole seminario di Confindustria Bergamo.
CEO – Ing. Andrea Moltrasio